TheDreamOfTwilight

Decifrare le emozioni

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«~C r i s~»
view post Posted on 5/1/2009, 14:52




Questa è la prima fan fiction su Twilight xD
Siate sincere *w*
Anche se a me non convince tanto xD

1° capitolo:

Forks.
La piovigginosa Forks. Così la descrivevano.
Il sole era estraneo alla cittadina,la quale era decorata da immense nuvole nere.
Seduta nell’abitacolo dell’auto,ero diretta lì,insieme a mia madre.
Mano a mano che ci avvicinavamo alla cittadina, la pioggia aumentava e la temperatura diminuiva.
<< Spero che tuo padre abbia il caminetto>>. Disse la mamma,sorridendo al mio riflesso nello specchio.
<< Spero per lui>>. Borbottai,guardando la pioggia scivolare sul vetro.
Era per mio padre che eravamo dirette a Forks.
Se fosse stato per me,non ci avrei pensato due volte nel rinunciare a quel suicidio. Era decisamente tutto diverso dalla mia isola. Non ero abituata alla pioggia infinita,al vento trionfante nell’aria e all’umidità.
<< Tesoro,so che non sei contenta,ma vedrai,ti troverai benissimo qui. Saremo finalmente una famiglia>>. Disse,raggiante.
Mio padre era un medico e,per un viaggio di lavoro in America, era riuscito a trovare un approccio in quella cittadina e decise di trasferirsi per offrirci un supporto per il futuro.
Eppure,a causa della sua decisione,eravamo costrette a vivere un’esistenza complicata,con l’assenza di un padre e di un marito. Era complicato riuscire ad incontrarsi,anche nelle festività. I medici non vanno in vacanza,aveva sempre ripetuto.
Mia madre era talmente entusiasta quando la sua proposta di lavoro era stata accettata al liceo di Forks che non aveva perso tempo nel chiedermi cosa ne pensassi. Infilò le prime cose a tiro in una valigia e mi trascinò con lei all’aeroporto.
<< Fantastico>>. Scandii la parola ed infilai l’i-pod nelle orecchie, mentre l’auto slittava sull’asfalto ed ero immersa nei pensieri con il sottofondo della canzone “Always” di Bon Jovi.
 
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Kia_7
view post Posted on 5/1/2009, 16:22




carina...dai..continua cosi' ^^
 
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:carol:
view post Posted on 5/1/2009, 16:32




bellaaa ^^
continuaaaaaaaaa *_*
 
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*lucia nanami 93*
view post Posted on 5/1/2009, 23:16




*-*Continuaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
 
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«~C r i s~»
view post Posted on 5/1/2009, 23:59




GRaccie *_*

2° Capitolo:
Il cartello che sorpassammo indicò l’ingresso a Forks. Un nodo mi imprigionò le parole quando mia madre si illuminò e si fermò, giunte all’ingresso di una foresta.
<< Eccoci>>. Si voltò e mi sorrise. Non vedevo così mia madre dall’ultima volta che mio padre ci fece una sorpresa,anni fa.
Mi guardai attorno,estraniata,e scesi dall’auto. La pioggia pungeva sul viso e il vento scaricava la sua rabbia sulla chioma degli alberi.
La mamma mi fece cenno di seguirla e,lentamente,ci inoltrammo lungo un sentiero fino a che comparve una casetta dal colore azzurro,come il cielo,e dalla porta bianca.
Infilò una mano nella borsa e ne estrasse un mazzo di chiavi,poi mi guardò e mi abbracciò.
<< Riprendo la macchina e arrivo>>. Sussurrò,baciandomi la guancia. Rimasi sola,ad osservare quella che sarebbe diventata la mia nuova casa.
Salii i gradini e mi poggiai al portico,osservando la fitta boscaglia che copriva la visuale del cielo. Non che ce n’era di cielo da guardare,siccome le nuvole prendevano il suo posto.
Sentii una strana sensazione,come se gli alberi fossero muniti di occhietti vispi,vorticanti sulla mia faccia. Mi sfregai il naso e udii il rumore delle gomme scorrere sul terreno,quando l’auto della mamma si fermò e ne fuoriuscì,mantenendo una valigetta.
Si avvicinò,quasi saltellante dalla felicità,e spalancò la porta, immergendosi nella casa come se le appartenesse da una vita.
Mi chiusi la porta alle spalle ed osservai il corridoio microscopico che affacciava ad una cucina delle stesse dimensioni e ad un salotto.
<< Visto? Il caminetto c’è>>. La mamma tastò con le dita il camino e mi sorrise,ma,dal modo in cui abbassò gli zigomi,dedussi che aveva notato la mia espressione,perplessa.
<< Non preoccuparti,ti ci abituerai>>. Mi si avvicinò e mi carezzò una guancia. << E poi,hai una camera tutta tua>>.
A quel pensiero le lanciai un sorriso e mi guardai attorno.
<< Papà non ama le cianfrusaglie>>. Affermai,notando l’immobiliare spoglio.
<< Eh no>>. Ammise la mamma,guardandosi attorno,poi alzò le maniche della felpa e mi sorrise. << Portiamo gli scatoloni dentro,d’accordo?>>.
Annuii ed uscii,evitando di scivolare nelle pozzanghere,e afferrai la mia valigia.
<< Salgo>>. Annunciai,dirigendomi sulla rampa di scale. Aprii la prima porticina che mi si trovò a tiro ed intravidi un letto singolo. Doveva essere la mia. Mi guardai attorno,poggiando la valigia per terra. Non era male. L’importante era avere un angolo per se,dove riflettere,dove ridere,dove piangere,insomma,dove stare di per sé.
Aprii la valigia e cominciai a sistemare le mie cose nel posto in cui le vedevo a loro agio,a mio agio,fino a che sentii la mamma bussare alla porta.
<< Tesoro,vorresti andare a trovare papà?>>.
A quelle parole,mi illuminai. Mi mancava papà.
<< D’accordo>>. Poggiai la lampada sulla scrivania e, afferrando i guanti,scesi in auto,mentre la mamma sterzava ed uscì sulla corsia, guizzando sull’asfalto.
<< Aggiustati il cappello,tesoro>>. Mi suggerì, guardando il suo aspetto allo specchio.
<< Non preoccuparti,mamma,stai bene>>. Sorrisi nel vedere quanto fosse agitata per quel incontro. Del resto,era stato difficile per lei vivere una relazione in quelle circostanze. La distanza era abissale.
Ci fermammo al di fuori dell’ospedale e,prima di scendere, guardai mia madre con occhi luccicanti.
<< Mamma,coraggio>>. Le strinsi la mano quando vidi una lacrima rigarle la guancia. Era una donna sensibile.
Scendemmo ed entrai nel corridoio,osservando quanta gente bizzarra vi fosse. Urtai per sbaglio un infermiere, il quale,quando guardò il mio viso,sembrò illuminarsi e mi sorrise,emozionato.
<< Deve essere la figlia del Dottor Colligan, Abby, giusto ? >>.
<< Esatto.>>.
<< Cercate Richard?>>. Mi sorrise ed io annuii,quando la mamma si avvicinò e mi prese per un braccio.
<< Vieni,tesoro>>. Congedai l’uomo con un cenno del capo e salimmo le scalinate,in silenzio,mentre la mamma continuava a stropicciarmi il cappotto dal nervosismo. Ci fermammo dinanzi la porta di una sala e la mamma sospirò.
<< è qui?>>. Chiesi e lei annuì. Il cuore palpitò più in fretta e deglutii.
Bussai,prendendo l’iniziativa,e sentii un esile “Avanti” dall’altro lato della porta. Era la sua voce.
Schiusi la soglia ed entrai,infilando dapprima la testa e quando lo vidi,seduto alla sua scrivania con enormi fascicoli davanti al viso,mi si aprì il cuore ed esplosi in un sorriso.
<< Salve,dottore>>. Mi avvicinai.
<< Abby!>>. Balzò dalla sedia e corse ad abbracciarmi,sorridente.
<< Non vi aspettavo oggi>>. Disse,squadrando il mio viso, cercandone l’autenticità.
<< Papà,sono io>>. Dissi,ridendo. Sentii dei passi alle mie spalle e dall’espressione che si piegò sul suo viso,mi staccai dall’abbraccio e cedetti il posto alla mamma,la quale era rimasta impalata sulla soglia,aspettando che le parole venissero da sole.
<< Papà,beh,lei è mamma>>. Risi,seguita dalla sua risata. Si avvicinò alla mamma,correndo quasi,e la afferrò in un abbraccio danzante,facendola volteggiare per la sala e baciandola con calore.
<< Mi sei mancato>>. Sussurrò,ungendo le labbra di lacrime.
Mi sentii di troppo,e decisamente in imbarazzo,per cui mi liquidai, svolazzando sulla porta.
<< Io vado…a prendere un caffé>>.
Vidi la mamma fissarmi,con occhi luccicanti,e mi ammonì con uno sguardo da rimprovero.
<< Abby,a te non piace il caffé>>.
<< Ciao>>. Le sorrisi e mi chiusi la porta alle spalle.
Non appena mi voltai,una strana sensazione mi avvolse il petto e la mente nel vedere una creatura meravigliosa.
Un ragazzo,dagli occhi color dell’oro e dai capelli sbarazzini,color bronzo,manteneva tra le braccia una ragazza dai capelli castani ed occhi color cioccolato,con la mano poggiata al gomito,dolorante.
Non appena mi passarono affianco,non potei fare a meno che abbassare il capo,ma lo alzai non appena sfiorò la mia spalla ed incrociai le sue pupille mielate.
Scossi la testa,frastornata,e sentii chiudersi una porta alle mie spalle con tanto di violenza,quasi come stesse per staccarsi dal muro.
Decisi di non soffermarmi su quell’immagine perché probabilmente avrei scontrato tantissimi volti nuovi in quella città e non mi sarei dovuta meravigliare ad ogni bel ragazzo che avessi incontrato.
Mi sedetti in attesa che la mamma si decidesse ad uscire.
Non dovetti aspettare molto e vidi uscire mio padre,il quale mi sorrise e si diresse alla porta accanto alla sua,dalla quale fuoriuscì quel ragazzo dagli occhi mielati in compagnia della ragazza dal braccio fasciato e seguito da un uomo bellissimo,dagli occhi imperlati d’oro e dal viso pallido.
Sentii mio padre farfugliare qualcosa e quando mia madre uscì dalla sala si avvicinò al gruppo. Mi allontanai,cercando un distributore di caramelle. In un ospedale dovevano pur esserci. Quando tornai vidi mia madre sorridere ai due giovani e congedarsi,prendendomi a braccetto.
<< Torniamo a casa?>>.
<< Non mi sono mai piaciuti gli ospedali>>. Commentai.
 
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:carol:
view post Posted on 6/1/2009, 11:02




Oddiooo Bellissimaaaaaaaaaaa *_____*
CONTINUALA ORA!!!

SPOILER (click to view)
se vuoi passa a leggere anke la mia..
certo nn sono brava cm te xò spero ke faccia ridere :)
 
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«~C r i s~»
view post Posted on 6/1/2009, 13:48




SPOILER (click to view)
Ci passo volentieri :)
E non sono brava -_-


3° Capitolo:

Quando entrai in casa,mi sentii a mio agio. Guardandomi attorno, notai il tocco di classe dato dalla mamma. Era un gran passo avanti notare le nostre cose sistemate sull’immobiliare.
<< Ceni?>>. Mi chiese la mamma,dirigendosi in cucina.
<< Non ho molta fame>>. Ammisi,sdraiandomi sul divano.
<< Avanti,cucino la pasta ai ravioli>>. Mi sorrise.
<< Mamma,sai che mi danno il voltastomaco>>. Non ricambiai il sorriso e mi sedetti eretta,afferrando una rivista e sfogliandola,senza prestarle realmente attenzione.
<< Ma a tuo padre si>>. Commentò,mettendo la pentola sul fuoco.
<< Salgo in camera>>. Mi alzai e salii le scale,quando la voce della mamma mi fermò.
<< Hai conosciuto il collega di tuo padre?>>.
<< No>>. Ammisi,fermandomi. <<era quel uomo biondo?>>. Innalzai una sopracciglia,fermandomi sui gradini.
<< Carlisle,si chiama così tesoro>>. Pelò le patate e continuò il suo discorso ed io,incuriosita,mi sedetti sullo sgabello del bancone e la fissai.
<< è un uomo interessante>>. Commentò,sorridendo al suo riflesso nel cucchiaio.
<< è l’uomo di cui papà parlava sempre?>>. Azzardai a chiedere.
<< è una brava persona. Riesce nell’impossibile. Svolge il suo lavoro come se fosse una macchina e non un essere umano. Mi chiedo come facciano certe persone a dare anche l’anima nel loro lavoro>>.
<< Me lo chiedo anche io>>. Brontolai,scrutando il paesaggio al di fuori della foresta. In quel momento mi sentii balzare. Due occhi,erano reali,e di certo non erano degli alberi. Erano due occhi, due lucciole che vorticavano nell’aria e che mi scrutavano.
<< Mamma,abbiamo vicini?>>. Azzardai a chiedere, avvicinandomi alla finestra per constatare la mia ipotesi di spionaggio.
<< No,ma nella foresta dovrebbe abitare la famiglia di Carlisle>>.
A quelle parole,mi voltai,perplessa.
Gli occhi di Carlisle.
Del ragazzo.
<< La famiglia? È sposato?>>.
<< Ma che domande mi fai,tesoro?>>. Rise,divertita.
<< Scusami,ero solo curiosa>>. Mi congedai e salii gli scalini ma venni nuovamente interrotta dalla porta che cigolò. Mi voltai e vidi la figura di mio padre avanzare verso l’attaccapanni.
<< Richard?>>. La voce della mamma riecheggiò nella casa e la vidi affacciarsi nel corridoio e sorridere,felice.
<< Sono io Evelin,non preoccuparti>>. La rassicurò,baciandole le labbra. Poi mi guardò e ricambiò il sorriso che gli mostrai.
<< Non mangi,piccola?>>.
<< Non ho fame>>. Lo osservai e,notando la sua delusione,scesi e lo abbracciai.
<< Avremo tempo per le cene di famiglia>>.
<< Certo,tutto il tempo del mondo>>. Disse,stringendomi.
<< A proposito>>. Si staccò,osservando dapprima me e poi la mamma. << Carlisle ci ha invitati a casa sua per bere un tè,un giorno o l’altro>>.
<< Oh,che caro>>. Esclamò la mamma. << Certo,poi li inviteremo a cena>>.
Colsi l’occasione al volo.
<< Papà,dove abita questo Carlisle?>>.
Richard sfociò in una risata e mi poggiò una mano sulla guancia.
<< Abita nel fitto della foresta. Mi chiedo come faccia con la sua famiglia a vivere in un posto così terrificante>>. Rabbrividì al pensiero e mi sorrise,per rassicurarmi. <<perché?>>.
<< Oh,curiosa.>> Mi congedai,salendo le scale.
Mi chiusi in camera e la prima cosa che feci fu affacciarmi alla finestra. Sembrava tutto tranquillo. Ma io sapevo che qualcuno o qualcosa lì fuori stava in agguato,a spiare la mia casa. Ma cosa poteva essere? Chi poteva essere?
 
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:carol:
view post Posted on 14/1/2009, 14:27




oddiooo Criiiiiiiiiiiiiii continuaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
SPOILER (click to view)
ORAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
 
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[lady_cullen_love_us5]
view post Posted on 14/1/2009, 19:48




waaaa carinissimaaa^O^
 
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«~C r i s~»
view post Posted on 18/1/2009, 15:07




Scusate l'assenza ç.ç
Eccome dinuovo xD:
4° Capitolo:
La sveglia rimbombò nella testa e la gettai per terra,ma ricordandomi che era stato un regalo di papà,mi alzai di scatto e la raccolsi. Un odore particolare mi entrò nelle narici e mi guardai attorno,squadrando la stanza. Probabilmente dovevo ancora abituarmi.
Sgattaiolai in bagno e,con occhi gonfi dal sonno,mi spazzolai i denti e infilai delle forcine nei capelli. Mi squadrai allo specchio e per poco non svenivo. Ero tremenda. Le occhiaie erano un biglietto da visita per l’insonnia.
Afferrai lo zaino,seppur vuoto,e scesi in cucina dove trovai la mamma,preparata ed arzilla.
<< Oh,tesoro,ti accompagno io>>. Mi disse,prosciugando l’ultimo sorso di caffé e sciacquando la tazzina.
<< D’accordo>>. Mi guardai attorno. << Papà?>>. Chiesi.
<< Lavoro,cara>>. Mi poggiò una mano frettolosa sulla spalla ed afferrò le chiavi dell’auto. Uscimmo nel viale e mi guardai attorno con aria assonnata. Salii in macchina e durante il tragitto rimasi in silenzio.
Poi un pensiero mi folgorò la mente quando la mamma cominciò a parlare del suo nuovo lavoro.
<< Mamma,per favore,non farmi fare figuracce. Io non ti conosco,okay?>>.
La mamma sembrò ferita e fece per imbronciarsi quando aggiunsi..
<< Fammi prima ambientare>>.
<< D’accordo>>. Si limitò ad annuire e quando arrivammo fuori la scuola,scesi prima di parcheggiare.
Il liceo di Forks.
Che cosa inquietante il primo giorno di scuola.
Qualcosa mi diede l’impressione che non solo il primo giorno sarebbe stato un inferno.
Mi addentrai nella scuola e,prima di salire i gradini,un’auto sgommò e mi spruzzò l’acqua di una pozzanghera sui pantaloni. La cosa fece scatenare alcune risate alle mie spalle e quando mi voltai intravidi dei visi del tutto estranei che mi osservavano come se fossi il nuovo fenomeno da baraccone,cosa che probabilmente ero.
Spalancai un sorriso ironico e salii i gradini,addentrandomi nel corridoio,affollato. Mi feci spazio ed entrai in segreteria.
Rimasi stupefatta quando,al fianco della porta,trovai quel ragazzo,dagli occhi mielati,mentre,accanto al bancone c’era la ragazza con il braccio fasciato.
Il ragazzo,non appena entrai,mi fissò accigliato e,successivamente, mi sorrise,ma voltai il viso,avvicinandomi al banco,privo di vita.
Guardai la ragazza al mio fianco e,anche se titubante,le feci un cenno con il capo,sibilando.
<< Salve>>.
Ma non fu ricambiato. La ragazza guardò il giovane alle sue spalle e gli si avvicinò,mentre il mio sguardo guizzò sui fogli sparpagliati sulla scrivania. Sentii una folata di vento quando si spalancò la porta ed entrarono delle voci. Quando mi voltai,nascosi il viso tra i capelli.
<< Allora,Evelin,qui abbiamo l’orario delle sue lezioni e delle sue aule,tutto chiaro?>>.
La mamma si avvicinò e quando mi vide sgranò un sorriso a trecentosessanta gradi,ma la ammonii con uno sguardo irritato e placò il sorriso,assumendo un’espressione seria. Sospirai, ringraziando il cielo,mentre una risata esile provenne dalle mie spalle e quando mi voltai notai lo sguardo voltato verso la finestra del ragazzo. Possibile che fosse così chiaro?
<< Cosa ridi?>>. Sentii sussurrare alla ragazza,apparentemente imbronciata,al suo fianco.
<< Cosa posso fare per lei?>>. La voce della donna dietro la scrivania mi scosse e la osservai in silenzio. Quando alzai lo sguardo ed incrociai quello della mamma sussultai.
<< Oh,ecco,questo è il mio…modulo>>. Consegnai il foglio che avevo in cartella e la donna lo scrutò,con occhi ammirati. Poi alzò lo sguardo,focalizzandolo dapprima sul mio e in seguito sul viso di mia madre.
<< Oh,siete parenti?>>.
Diamine!
<< Certo,lei è….>>. Fermai mia madre con uno sguardo satanico ed una risata riecheggiò nella camera. Quando mi voltai,notai la ragazza uscire dalla porta,seguita dal giovane il quale mi lanciò un’ennesima occhiata divertita prima di chiudersi la porta alle spalle.
Se fossi capitata in aula con quei due,avrei preferito essere uccisa in quel istante.

5° Capitolo:
<< Grazie>>. Sussurrai alla donna,dopo che aveva congedato mia madre la quale,prima di uscire,mi mandò un imboccalupo con lo sguardo.
Mi addentrai nel corridoio,deserto. Destinazione? Aula di biologia.
Io odiavo la biologia. Odiavo la chimica. Odiavo la scienza.
Non faceva affatto per me e mia madre la insegnava,pretendendo da me un’intelligenza sovrumana.
Entrai,titubante, nell’aula e consegnai il mio modulo al professore il quale mi squadrò e mi sorrise.
<< La figlia di Richard Colligan,giusto?>>.
<< Esatto>>. Evidentemente mio padre aveva un’ottima reputazione nella città.
<< Prego,segga qui>>. Mi indicò un posto in prima fila. Qualcosa mi diceva che sapeva di mia madre e anche della materia che insegnava. Quel pensiero mi incusse terrore per tutta l’ora e,al termine,mi voltai per prendere la cartella e rimasi scossa.
La coppia di ragazzi dell’ospedale era dietro di me. E come sempre,lui mi fissava,mentre la ragazza sgattaiolò al di fuori della classe,lasciandolo lì,imbambolato nell’osservarmi.
Deglutii e tentai di fare l’indifferente,ma era leggermente complicato dato che sentirsi gli occhi puntati sul viso non era una cosa facile da evitare.
Lo guardai e respirai.
<< Ciao>>. Lo salutai,presi l’iniziativa,ma il ragazzo mi guardò sorridente e,sempre con il sorriso stampato sulle labbra, si allontanò.
Rimasi immobile per qualche istante,ma scossi la testa quando quel pensiero mi passò per la testa. Ero lo zimbello della scuola. Tutti ridevano di me. La mia faccia era un biglietto al circo,l’attrazione principale di un programma di comici. Peccato che facevo ridere tutti tranne che me stessa. Cosa aveva sempre da ridere quel ragazzo?
Mi saltò alla mente l’immagine di quelle pupille roteanti al di fuori della finestra e ne sincronizzai il colore,identico alle pupille mielate del giovane.
Qualcosa non quadrava.
Durante l’ora di educazione fisica,decisi di cimentarmi e per poco feci balzare la testa dal collo all’arbitrio,il quale mi guardò torvo. La professoressa mi mise in panchina,dicendomi di riposare,di osservare il gioco di squadra,siccome ero l’ultima arrivata e di adeguarmi. Il mio sguardo roteò per la palestra e si fermò in quello della ragazza con lo sguardo cioccolato. Mi fissò con la coda dell’occhio quando le giunse una pallonata che la colpì in pieno viso.
Si allontanò,uscendo di scatto dalla palestra.
Rimasi a fissare la porta ondulare ancora fino a che la campana riecheggiò nei timpani e balzai verso gli spogliatoi,uscendo e dirigendomi in sala mensa quando un braccio mi afferrò e mi portò dietro una colonna.
<< Mamma!>>. Strozzai un ululato in gola.
<< Come sta andando?>>. Mi chiese con il sorriso sulle labbra.
<< Bene,direi>>. Affermai,poco convinta. << A te?>>.
<< Oh,benone. Ci sono ottimi studenti. Niente male>>. Mi strizzò l’occhio ed arrossii vertiginosamente.
<< Non vedo questo granchè>>.
<< Ho notato il figlio di Carlisle. È nel tuo stesso corso?>>. Mi domandò,allegra.
<< Come? Il figlio di….>>. Rimasi muta e collegai. Il ragazzo dagli occhi color miele era il figlio di Carlisle. Ecco perché era con lui ieri.
Ed ecco perché i suoi occhi erano così familiari alle pupille della sera precedente,fuori la finestra.
<< Hai detto che la famiglia di Carlisle abita nei nostri pressi,vero?>>. Mi informai e ricevetti la conferma.
<< Esatto. Potresti stringere amicizia,no?>>.
<< Certo>>. Risposi,guardandomi attorno. <<scusa,devo andare>>.
<< A dopo>>. Mi diede un bacio sulla guancia e sgusciai nella frenesia del corridoio.
Ero decisa a scoprire cosa stesse succedendo perché il mistero non faceva al caso mio. Dovevo capire cosa stava accadendo.


Ecco,scorpacciata xD
 
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[lady_cullen_love_us5]
view post Posted on 18/1/2009, 20:28




bellissimo anche questo**
 
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:carol:
view post Posted on 20/1/2009, 17:19




stupendi qst due capitoliiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii *________*
continuaaaaaaaaaaaa!!

SPOILER (click to view)
la mia l'ho aggiornata e anke di molto xDDD
 
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FRAGOLINANIKY
view post Posted on 29/1/2009, 18:29




continua continua!!!! è stupenda!!! :woot: :woot: :woot:
 
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«~C r i s~»
view post Posted on 23/2/2009, 15:14




Ecco scusate l'assenza ragazze xD
5° Capitolo:
<< Grazie>>. Sussurrai alla donna,dopo che aveva congedato mia madre la quale,prima di uscire,mi mandò un imboccalupo con lo sguardo.
Mi addentrai nel corridoio,deserto. Destinazione? Aula di biologia.
Io odiavo la biologia. Odiavo la chimica. Odiavo la scienza.
Non faceva affatto per me e mia madre la insegnava,pretendendo da me un’intelligenza sovrumana.
Entrai,titubante, nell’aula e consegnai il mio modulo al professore il quale mi squadrò e mi sorrise.
<< La figlia di Richard Colligan,giusto?>>.
<< Esatto>>. Evidentemente mio padre aveva un’ottima reputazione nella città.
<< Prego,segga qui>>. Mi indicò un posto in prima fila. Qualcosa mi diceva che sapeva di mia madre e anche della materia che insegnava. Quel pensiero mi incusse terrore per tutta l’ora e,al termine,mi voltai per prendere la cartella e rimasi scossa.
La coppia di ragazzi dell’ospedale era dietro di me. E come sempre,lui mi fissava,mentre la ragazza sgattaiolò al di fuori della classe,lasciandolo lì,imbambolato nell’osservarmi.
Deglutii e tentai di fare l’indifferente,ma era leggermente complicato dato che sentirsi gli occhi puntati sul viso non era una cosa facile da evitare.
Lo guardai e respirai.
<< Ciao>>. Lo salutai,presi l’iniziativa,ma il ragazzo mi guardò sorridente e,sempre con il sorriso stampato sulle labbra, si allontanò.
Rimasi immobile per qualche istante,ma scossi la testa quando quel pensiero mi passò per la testa. Ero lo zimbello della scuola. Tutti ridevano di me. La mia faccia era un biglietto al circo,l’attrazione principale di un programma di comici. Peccato che facevo ridere tutti tranne che me stessa. Cosa aveva sempre da ridere quel ragazzo?
Mi saltò alla mente l’immagine di quelle pupille roteanti al di fuori della finestra e ne sincronizzai il colore,identico alle pupille mielate del giovane.
Qualcosa non quadrava.
Durante l’ora di educazione fisica,decisi di cimentarmi e per poco feci balzare la testa dal collo all’arbitrio,il quale mi guardò torvo. La professoressa mi mise in panchina,dicendomi di riposare,di osservare il gioco di squadra,siccome ero l’ultima arrivata e di adeguarmi. Il mio sguardo roteò per la palestra e si fermò in quello della ragazza con lo sguardo cioccolato. Mi fissò con la coda dell’occhio quando le giunse una pallonata che la colpì in pieno viso.
Si allontanò,uscendo di scatto dalla palestra.
Rimasi a fissare la porta ondulare ancora fino a che la campana riecheggiò nei timpani e balzai verso gli spogliatoi,uscendo e dirigendomi in sala mensa quando un braccio mi afferrò e mi portò dietro una colonna.
<< Mamma!>>. Strozzai un ululato in gola.
<< Come sta andando?>>. Mi chiese con il sorriso sulle labbra.
<< Bene,direi>>. Affermai,poco convinta. << A te?>>.
<< Oh,benone. Ci sono ottimi studenti. Niente male>>. Mi strizzò l’occhio ed arrossii vertiginosamente.
<< Non vedo questo granchè>>.
<< Ho notato il figlio di Carlisle. È nel tuo stesso corso?>>. Mi domandò,allegra.
<< Come? Il figlio di….>>. Rimasi muta e collegai. Il ragazzo dagli occhi color miele era il figlio di Carlisle. Ecco perché era con lui ieri.
Ed ecco perché i suoi occhi erano così familiari alle pupille della sera precedente,fuori la finestra.
<< Hai detto che la famiglia di Carlisle abita nei nostri pressi,vero?>>. Mi informai e ricevetti la conferma.
<< Esatto. Potresti stringere amicizia,no?>>.
<< Certo>>. Risposi,guardandomi attorno. <<scusa,devo andare>>.
<< A dopo>>. Mi diede un bacio sulla guancia e sgusciai nella frenesia del corridoio.
Ero decisa a scoprire cosa stesse succedendo perché il mistero non faceva al caso mio. Dovevo capire cosa stava accadendo.
 
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:carol:
view post Posted on 23/2/2009, 17:59





ç_ç hai postato di nuovo qll di prima T.T
SPOILER (click to view)
tu vuoi farmi proprio crepare à.à
 
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17 replies since 5/1/2009, 14:52   208 views
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